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Il modo di vestire combina indumenti con altri elementi (trucco, capigliatura, accessori) definendo l’aspetto esteriore di una persona o di un insieme di persone. Gli esseri umani sono i soli tra i mammiferi che indossano vestiario, a eccezione degli animali domestici, talvolta vestiti dai loro proprietari.
Ciascun articolo d'abbigliamento ha un significato culturale e sociale. In esso si condensano alcune funzioni evolute nel tempo: quella pratica legata alla vestibilità; quella estetica legata al gusto dell'epoca e a diverse comunità; quella simbolica può definire l'appartenenza ad una comunità, identificare lo status sociale, civile e religioso.
La storia degli indumenti e accessori documenta l'evoluzione del costume dal punto di vista socio-economico, come prodotto dell'industria tessile, come sviluppo tecnologico, della moda e del consumo. Sono cambiate le materie prime impiegate, le tecniche di realizzazione, gli aspetti estetici e quelli simbolici, i fattori economici, le gerarchie sociali e si sono create occasioni d’uso come l’ OUTWEAR, lo SPORTSWEAR, il WORKWEAR
La funzionalità e l’immagine degli abiti da lavoro hanno origini antiche. Il XVII secolo, vista l’esigenza di proteggersi durante il lavoro, vide la nascita di diverse tipologie di abiti ed accessori da lavoro. I minatori usavano ampi e resistenti grembiuli, per lavorare nei campi i contadini utilizzavano zoccoli di legno funzionali, i calzolai usavano delle coperture per le braccia e parannanze di cotone grezzo. Nel tempo sono cambiati i lavori e le professioni e così le esigenze dei lavoratori.